Mill Town. La resa dei conti
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Come viene declinato il tema dei diritti in costruzione?
Quello di Kerri Arselnaut è un memoir sensibile e devastante sul modo in cui in molte zone d’America, modellate da forze naturali e insieme dall’intervento umano, stanno morendo intere città e chi vi abita. L’opera ci dona preziosi strumenti per interpretare e vedere con nuove lenti l’intreccio e la relazione tra disastri ambientali, lavoro, diritto alla salute e politiche e ci spinge mettere a fuoco un ambito di rivendicazione di diritti ad oggi ancora troppo scomodi.
Dirompenza:
L’autrice mette sotto la lente d’ingrandimento la zona in cui ha vissuto da bambina in Maine, dove per oltre cento anni generazioni di famiglie hanno orbitato intorno a una cartiera che impiegava la maggior parte della popolazione di Mexico. Solo da adulta Arsenault si è resa conto dell’impatto che la cartiera, rilasciando tossine nell’ambiente, ha avuto sulla città e sui suoi abitanti. Il prezzo che queste persone hanno pagato per un’infanzia apparentemente sicura dal punto di vista socio economico è stato enorme, tanto che Mexico ha più tardi guadagnato il titolo di “Cancer Valley”. Mill Town ci esorta a a sensibilizzare i poteri – politici ed economici – ad aggiungere un tema all’agenda pubblica globale contemporanea a guardare in maniera consapevole la perversa e pervasiva relazione tra benessere economico, tutela dell’ambiente e salute. La resa dei conti, per chi?
Innovatività del linguaggio, dello sguardo e background delle autrici:
Spaziando da aneddoti personali e ricerca scientifica, Mill Town è un libro di memorie che riflette sulla famiglia, sulla vita di una piccola comunità, sull’impatto che l’industria ha sull’ambiente e sulla città. Lo sguardo della Arsenault poetico e rigoroso, interno ed esterno allo stesso tempo. Un testo esemplare da cui leggiamo chiaramente il rigore di una Arsenault ricercatrice e docente e la passione di una donna nata e cresciuta a Mexico e dei suoi affetti.
Sinossi:
Ci troviamo a Mexico, in Maine, una piccola città che da oltre un secolo si sostiene grazie all’industria cartiera locale, la quale dà lavoro a quasi tutta la comunità, comprese tre generazioni di Arsenault. A distanza di anni, ormai trasferitasi altrove, l’autrice realizza che un’infanzia all’insegna della stabilità economica ha portato con sé un caro prezzo: la distruzione dell’ambiente circostante e la salute in declino degli operai – in un territorio che tutti, ormai, hanno soprannominato «valle del cancro». Una catastrofe che lentamente pregiudica il benessere economico e psicologico degli abitanti della zona, dinamica tipica di un Paese in cui il Sogno americano è un fiume che avanza imperterrito travolgendo tutto ciò che trova sul suo cammino.
Mill town ricostruisce la storia di una famiglia e di una comunità, attraverso un’analisi puntuale e al tempo stesso intima. Il risultato è un campanello d’allarme. Arsenault ci chiede: cosa siamo disposti a sacrificare pur di sopravvivere?
In breve:
Nella città dove l’autrice viveva e giocava, la cartiera dava lavoro a tantissimi, ma contemporaneamente inquinava fiumi e distruggeva boschi. Non solo una storia familiare, ma un libro-inchiesta che racconta la vita e la morte di una “città di carta” negli Stati Uniti. Una lettera d’amore e un grido per spingere al cambiamento.