Sguardi di denuncia
Una lunga storia fatta di battaglie sociali, conquiste civili e riconoscimenti giuridici fa dei “diritti della persona” il cardine imprescindibile su cui costruire una convivenza fondata su pace, libertà e giustizia. Nonostante gli impegni della comunità internazionale, la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani continua a rappresentare una bussola ideale a fronte di sistematiche violazioni. Gran parte degli abusi e dei soprusi non fende la soglia della nostra attenzione e molte di queste ingiustizie restano sconosciute e spesso impunite. Il lavoro di inchiesta di giornalisti e reporter è, da un lato, un atto irrinunciabile di documentazione e denuncia; dall’altro, un’occasione preziosa per portare a emersione storie, vissuti, volti a cui restituire umanità e dignità.
Vincitrice
Si è aggiudicato il primo premio tra le inchieste giornalistiche La trilogia del confine: vite sospese tra Bielorussia e Polonia di Agata Kubis, potente ed efficace nella sua capacità di accendere i riflettori sull’esperienza dei migranti intrappolati nelle foreste sul confine tra Polonia e Bielorussia.
A chi è rivolto
CNell’ambito di questa categoria il premio si rivolge a giornaliste di genere femminile di ogni età e nazionalità e a lavori che combinano reporting documentario in forma scritta e reportage fotografico, che mettano al centro la denuncia dei soprusi e la difesa dei diritti fondamentali della persona, promuovendo il valore inalienabile della libertà e del diritto ad una vita dignitosa per ogni essere umano. Un comitato giornalistico d’eccellenza selezionerà una rosa di 24 lavori internazionali capaci, attraverso il potere della parola, di accendere i riflettori sul continuo perpetuarsi delle violazioni di quei diritti umani fondamentali troppo spesso dati per scontanti. 24 lavori in grado di raccontare e denunciare violazioni dei diritti a livello internazionale con una sensibilità attenta e rispettosa della complessità dei contesti sociali, politici e culturali locali. Un comitato di valutazione intermedia interno a Fondazione Giangiacomo Feltrinelli e Gruppo Feltrinelli ha selezionato una short list di cinque titoli che sarà valutata dalla Giuria Internazionale del Premio che sceglierà la vincitrice e due menzioni speciali.
Le cinquine finaliste
The banality of brutality. 33 days under siege in Bucha, Ukraine di Elena Loginova e Yana Korniychu.
Inchiesta sui vissuti della guerra in Ucraina raccontata attraverso i messaggi di una chat Telegram di vicinato. Pubblicazione originale sulla piattaforma di giornalismo investigativo OCCRP/Slidstvo
Escuela de valientes: mujeres de la Amazonía central que vencieron al terror di Yoselin Alfaro.
Inchiesta che racconta la storia e le pratiche di un’associazione di donne indigene nato alla fine degli anni novanta in risposta alla violenza terroristica di Sendero Luminoso. Pubblicazione originale sul sito di giornalismo investigativo non profit Ojo Publico
Hard Labour The Surrogacy Industry di Naipanoi Lepapa.
Inchiesta sull’industria delle madri surrogate in Kenya. Pubblicazione originale su su The Elephant, una testata di base a Nairobi fondata dal giornalista e attivista anticorruzione John Githongo.
Mondial de foot: au Qatar, l’esclavage fait son gros œuvre – Au Qatar,l’enfer des travailleuses domestiques di Rachida El Azzouzi.
Inchiesta che insiste sulla brutalità delle nuove forme assunte dalla schiavitù contemporanea, presentando i retroscena della coppa del mondo in Qatar.
Josephine poroniła w lesie pod Białowieżą. Z rodziną uciekła najpierw z Konga, potem z Donbasu; “Chciałbym służyć Polakom wiedzą medyczną”, mówi w nocy wyczerpany Farah. Historie 6 Syryjczyków; Kryzys na granicy z Białorusią. Rodziny uchodźców od tygodnia czekają na pomoc pod karabinami [ZDJĘCIA] di Agata Kubis.
Reportage in trę parti che offre un ampio spettro di punti di vista sulla realtà delle persone migranti che tentano di attraversare il confine tra Bielorussia e Polonia. Pubblicazione originale su OKO.press.